Regolamenti sul trattamento degli oli e grassi vegetali esausti: quando è obbligatoria l’iscrizione al CONOE?

Il CONOE, consorzio nazionale per il trattamento degli oli e dei grassi vegetali esausti, è un elemento importante per la corretta gestione dei rifiuti, ma quando è obbligatoria l’iscrizione per le imprese? Chi deve iscriversi e per quale motivo?

Scopriamo in questo articolo le normative italiane riguardanti il CONOE.

Chi deve presentare l’iscrizione al CONOE? 

Come accennato, il CONOE, consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti, rappresenta un ente fondamentale nell’ambito della gestione dei rifiuti industriali in Italia. 

Secondo l’art. 233 del D.Lgs. 152/06 e successivi aggiornamenti (21 gennaio 2022) tutte le attività che producono, importano o detengono oli e grassi vegetali e animali esausti, devono stoccare questi materiali in contenitori conformi alle disposizioni vigenti. 

In particolare, tra le attività coinvolte si trovano ristoranti, mense, strutture sanitarie e pasticcerie. 

Inoltre, tali rifiuti devono essere conferiti ai consorzi appositamente costituiti per la loro gestione, sia direttamente sia tramite soggetti incaricati dai consorzi stessi. 

Le aziende che non rispettano questi obblighi possono incorrere in pesanti sanzioni amministrative, da €. 8.000,00 a €. 45.000,00, come indicato nell’art. 256, comma 8 del D.Lgs. 152/06.

Il CONOE si occupa di coordinare la raccolta, il trasporto, lo stoccaggio, il trattamento e il recupero degli oli e grassi esausti, garantendo il rispetto delle normative ambientali vigenti. 

Secondo il Decreto legislativo n. 95 del 1992, le imprese industriali sono obbligate a stivare gli oli usati in modo sicuro, evitando commistioni o contaminazioni. 

Inoltre, devono cedere tutti gli oli usati detenuti al CONOE o a imprese autorizzate per la raccolta e l’eliminazione, garantendo il trasferimento dei dati sull’origine e gli utilizzi precedenti.

Il CONOE svolge inoltre un ruolo cruciale nel migliorare il ciclo di gestione dei rifiuti oleosi attraverso indagini di mercato e studi tecnici. Promuovendo così soluzioni economicamente vantaggiose e tecnicamente avanzate per il settore.

Obblighi di stoccaggio e conferimento: esenzioni dal Consorzio 

Come già accennato, le imprese coinvolte di cui sopra devono aderire a un Consorzio che si occupi della raccolta, trasporto, stoccaggio, trattamento e recupero degli oli e dei grassi vegetali esausti. 

Tuttavia, esistono specifiche condizioni che permettono alle imprese di recedere dal Consorzio. Ma chi ne è esente?

Come previsto dal comma 9 dell’art. 233, le imprese indicate nell’art. 4, comma 1, (attività che producono, importano o detengono oli e grassi vegetali e animali esausti), possono recedere dal Consorzio se si verificano diverse condizioni. 

Prima di tutto, se vi è la gestione autonoma degli oli e grassi vegetali e animali esausti su tutto il territorio nazionale, come previsto dal comma 9 dell’art. 233 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.

Altre condizioni sono: la cessazione dell’attività, la modifica dell’oggetto sociale o dell’attività.

Ancora, la perdita dei requisiti legali necessari per svolgere la loro attività.

Il rispetto di uno o più obblighi consortili, a seconda del caso, è una condizione indispensabile per poter esercitare il diritto di recesso

In sintesi, la gestione degli oli e grassi esausti in Italia è rigorosamente regolamentata per garantire la protezione ambientale e la salute pubblica. 

Le imprese devono rispettare le normative sullo stoccaggio e conferimento dei rifiuti oleosi e aderire ai consorzi designati, pena sanzioni significative. 

Ricordiamo che la corretta gestione di questi rifiuti è essenziale per un’attività sostenibile e in conformità con le leggi ambientali italiane.

Si sottolinea infine che, se si dispone già di un regolare contratto per lo smaltimento degli oli e grassi vegetali esausti, non è necessario iscriversi al Consorzio.

Ingegnere Ambientale