A Volos, in Grecia, migliaia di pesci d’acqua dolce, trascinati in mare dalle inondazioni dello scorso anno, sono stati trovati morti. L’evento ha scatenato una crisi ecologica e preoccupazioni tra la popolazione.
Vediamo di seguito tutti i dettagli.
Pesci d’acqua dolce trovati morti nel mare: moria senza precedenti a Volos, Grecia
Come anticipato, Volos, una città situata nel cuore della Grecia centrale, si è trovata al centro di una catastrofe ambientale di proporzioni senza precedenti.
Negli ultimi giorni, le acque del porto della città sono state ricoperte da uno strato argenteo di pesci morti, una visione desolante che ha lasciato residenti e autorità in uno stato di allarme.
Questa massa di pesci, trascinata dalle inondazioni dello scorso anno, ha creato una situazione critica, generando un fetore insopportabile che rischia di compromettere la qualità della vita nella zona, oltre a minacciare gravemente l’ecosistema locale.
L’origine di questa tragedia ecologica risale alle inondazioni devastanti che hanno colpito la regione della Tessaglia nel 2023.
Queste piogge torrenziali hanno inondato vaste aree, inclusa la pianura della Tessaglia, causando un drammatico aumento del livello del lago Karla, un bacino che era stato prosciugato nel 1962 nel tentativo di contrastare la malaria.
Le inondazioni hanno riportato il lago alla sua antica grandezza, triplicandone le dimensioni normali, ma quando le acque si sono ritirate, i pesci d’acqua dolce che si erano rifugiati nel lago si sono trovati intrappolati in un destino crudele.
I pesci, seguendo il naturale deflusso dell’acqua, sono stati trasportati attraverso un canale che collega il lago Karla al porto di Volos, finendo nel Golfo Pagaseo, un’area che si apre sul Mar Egeo.
Tuttavia, l’acqua salata del mare è risultata fatale per queste specie abituate a vivere in acqua dolce, causando il disastro ambientale di cui sopra.
Le accuse del sindaco di Volos e le misure preventive
Il sindaco di Volos, Achilleas Beos, ha immediatamente lanciato l’allarme, descrivendo la situazione come una potenziale catastrofe ambientale che potrebbe estendersi ad altre specie marine della zona.
Durante una conferenza stampa, il sindaco Beos ha espresso il suo sdegno per la mancanza di azione da parte del governo. In particolare accusando le autorità di non aver adottato misure preventive che avrebbero potuto evitare questa tragedia.
“Non hanno fatto l’ovvio, mettere una rete protettiva.”
Ha dichiarato Beos, sottolineando come una semplice barriera avrebbe potuto impedire ai pesci di finire in mare, dove il loro destino era inevitabilmente segnato.
Il sindaco ha anche annunciato che è stata avviata un’indagine per determinare eventuali responsabilità. Nello specifico indicando che la situazione richiede una risposta rapida e risolutiva per evitare ulteriori danni.
Nel frattempo, le operazioni di raccolta dei pesci morti sono proseguite a ritmo serrato. Nelle ultime 24 ore, pescherecci e barche hanno lavorato incessantemente per rimuovere dal porto oltre 40 tonnellate di pesci in decomposizione.
Il pesce raccolto è stato poi trasportato su camion per essere smaltito, ma il problema resta grave e richiede ulteriori interventi.
L’odore nauseabondo che si diffonde nell’aria rappresenta solo una delle criticità. La decomposizione dei pesci potrebbe infatti rilasciare sostanze nocive nelle acque del porto, mettendo a rischio la salute dell’intero ecosistema marino della zona.
L’opinione degli esperti ambientali: rischio di eutrofizzazione?
Gli esperti ambientali hanno espresso preoccupazione per le possibili conseguenze a lungo termine di questo evento. Oltre al rischio di contaminazione dell’acqua, la morìa di così tanti pesci potrebbe avere un impatto devastante sulla catena alimentare locale.
Influenzando di conseguenza la sopravvivenza di altre specie marine che abitano il Golfo Pagaseo. Alcuni esperti temono anche che l’accumulo di sostanze organiche derivanti dalla decomposizione dei pesci possa provocare fenomeni di eutrofizzazione.
Portando così a una diminuzione dell’ossigeno disponibile nelle acque e aggravando ulteriormente la situazione.
La popolazione di Volos, già provata dalle conseguenze delle inondazioni, si trova ora a fronteggiare un nuovo dramma.
I residenti, che vivono di turismo e pesca, temono che la crisi ambientale possa avere un impatto negativo sull’economia locale. In particolare allontanando i visitatori e compromettendo le risorse ittiche da cui dipendono.
Ristoranti e hotel, che basano gran parte della loro offerta sull’attrattiva del porto e della zona costiera, potrebbero vedere un calo significativo dei clienti se la situazione non verrà risolta rapidamente.
In questo scenario complesso, le autorità locali e nazionali devono agire con urgenza. Oltre a proseguire le operazioni di pulizia, sarà necessario monitorare attentamente la qualità dell’acqua e adottare misure per prevenire ulteriori disastri.
La vicenda ha inoltre sollevato importanti interrogativi sulla gestione delle emergenze ambientali e sulla necessità di migliorare le infrastrutture per proteggere l’ecosistema fragile di regioni come la Tessaglia.
In conclusione, la catastrofe ecologica di Volos rappresenta un grave monito sulla vulnerabilità degli ecosistemi in un’epoca di cambiamenti climatici e disastri naturali sempre più frequenti.
La speranza è che da questa tragedia possano nascere nuove consapevolezze e azioni concrete per preservare il delicato equilibrio tra uomo e natura.