Ieri abbiamo parlato di chi deve iscriversi al RENTRI, ma chi è che non deve farlo?
Vediamo in questo articolo tutte le categorie esentate dall’obbligo, con un focus su produttori iniziali di rifiuti non pericolosi e specifiche attività esonerate.
Quali enti e imprese non devono iscriversi al RENTRI? Scopriamo insieme chi sono
Come sappiamo, il Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti (RENTRI) è un sistema innovativo che garantisce la gestione trasparente e sostenibile dei rifiuti in Italia.
Tuttavia, non tutte le organizzazioni e le imprese sono obbligate a registrarsi. Comprendere chi è esente dall’iscrizione è fondamentale per evitare confusione e sanzioni non necessarie.
La normativa prevede diverse esenzioni per enti, imprese e altre categorie che gestiscono specifici tipi di rifiuti.
In generale, l’iscrizione non è necessaria per chi produce esclusivamente rifiuti non pericolosi nell’ambito di determinate attività. Di seguito una suddivisione dettagliata:
Enti e imprese con un massimo di 10 dipendenti. Questi soggetti sono esentati se sono produttori iniziali di rifiuti non pericolosi derivanti da lavorazioni industriali o artigianali.
Inoltre, le lavorazioni esonerate comprendono:
- Attività industriali di trasformazione o produzione che generano rifiuti non pericolosi.
- Operazioni artigianali in cui i materiali di scarto non rientrano nella classificazione dei rifiuti pericolosi.
- Attività di recupero e smaltimento rifiuti, inclusi i fanghi derivati dalla potabilizzazione dell’acqua, trattamenti delle acque reflue e fumi abbattuti.
- Produttori di rifiuti non pericolosi derivanti da attività di gestione dell’acqua.
Alcune precisazioni sull’esenzione
Andando avanti, si sottolinea che questa esenzione riguarda:
- Fanghi prodotti dalla depurazione delle acque reflue.
- Rifiuti provenienti dall’abbattimento dei fumi.
- Residui provenienti dalla pulizia di fosse settiche e reti fognarie.
- Attività agricole, agroindustriali, silvicoltura e pesca.
Le imprese che operano in questi settori e che producono rifiuti non pericolosi sono esonerate ai sensi dell’articolo 2135 del codice civile.
Quest’ultimo include tutte le attività che non comportano un rischio ambientale significativo e che producono esclusivamente rifiuti innocui.
Costruzione, demolizione e scavo. Le attività di costruzione o demolizione che generano rifiuti non pericolosi, compresi quelli derivanti da operazioni di scavo, non sono soggette all’obbligo di iscrizione.
Ciò semplifica notevolmente le operazioni nel settore edile, garantendo che solo chi ha un impatto ambientale maggiore sia sottoposto a registrazione.
Settore commerciale e attività di servizio. Le imprese commerciali o che operano nel settore dei servizi sono esentate se producono solo rifiuti non pericolosi.
Questa esenzione copre un’ampia gamma di attività economiche, permettendo a molte aziende di non doversi preoccupare della burocrazia aggiuntiva.
Attività sanitarie. Anche le strutture sanitarie sono esonerate se generano esclusivamente rifiuti non pericolosi.
È importante notare che rifiuti pericolosi, come quelli medici infetti o contaminati, richiedono sempre una gestione rigorosa e non rientrano in questa esenzione.
Gestione di veicoli fuori uso. I veicoli che non sono più in uso e che generano rifiuti non pericolosi possono essere gestiti senza obbligo di iscrizione al RENTRI, purché siano rispettate le normative ambientali specifiche per il trattamento di tali rifiuti.
Quali sono le implicazioni?
L’esenzione dall’iscrizione al RENTRI per queste categorie consente di semplificare le procedure amministrative per le piccole imprese e per le attività che hanno un impatto ambientale minimo.
Tuttavia, è fondamentale che le imprese esonerate continuino a gestire i loro rifiuti in modo responsabile, seguendo le normative ambientali esistenti.
Le imprese devono anche essere consapevoli che, se la natura dei loro rifiuti cambia o se iniziano a produrre rifiuti pericolosi, potrebbero diventare soggette all’obbligo di iscrizione.
È dunque essenziale rimanere aggiornati sulle normative e fare riferimento a esperti di settore per garantire la conformità.
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