Cosa cambia con l’entrata in vigore del RENTRI? Il Decreto 4 aprile 2023 n. 59 introduce significative modifiche per la gestione dei formulari di identificazione dei rifiuti (FIR), con l’obbligo di vidimazione digitale e nuove scadenze per la trasmissione al RENTRI.
Vediamo in questo articolo tutti i dettagli.
Il Decreto 4 aprile 2023 n. 59: cosa cambia con il RENTRI?
Come anticipato, il Decreto 4 aprile 2023 n. 59 ha portato importanti cambiamenti per gli operatori del settore ambientale, ridefinendo regole e scadenze per la gestione dei formulari di identificazione dei rifiuti (FIR) e imponendo nuove procedure digitali.
Queste norme mirano a modernizzare e rendere più efficienti i processi, garantendo una maggiore tracciabilità e sicurezza nella gestione dei rifiuti, in particolare quelli pericolosi.
Il primo cambiamento di rilievo riguarda l’introduzione del nuovo modello di FIR, denominato FIR2, che entrerà ufficialmente in vigore il 13 febbraio 2025.
Questo modello sarà obbligatorio per tutti gli operatori, sia in formato cartaceo che digitale, e sarà essenziale per la corretta gestione e documentazione della movimentazione dei rifiuti.
A partire da questa data, tutti i FIR, indipendentemente dal loro formato, dovranno essere soggetti alla vidimazione digitale.
Questa misura vuole semplificare i controlli e migliorare l’efficienza della gestione dei documenti, eliminando alcuni passaggi burocratici che spesso rallentano il sistema.
La vidimazione digitale è un processo che garantisce l’autenticità e l’integrità dei formulari, un aspetto cruciale per prevenire eventuali frodi o errori nella gestione dei rifiuti.
Anche per i FIR cartacei sarà necessario applicare questa procedura, un cambiamento che richiede agli operatori un adeguamento tecnologico e organizzativo.
Per affrontare queste novità, sarà fondamentale per le aziende prepararsi per tempo, implementando le tecnologie necessarie e formando il personale addetto.
Un altro aspetto chiave del Decreto riguarda la scadenza fissata per il 13 febbraio 2026. Da questa data, gli operatori iscritti al Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti (RENTRI) dovranno gestire i FIR esclusivamente in formato digitale.
Questo passaggio rappresenta un’importante transizione verso una gestione completamente elettronica dei dati, volta a ridurre l’uso della carta e a facilitare l’accesso e il monitoraggio delle informazioni.
FIR: quali sono le novità?
È evidente che questa evoluzione tecnologica non sarà priva di sfide, specialmente per le piccole imprese che potrebbero trovare complesso adeguarsi ai nuovi sistemi.
Oltre all’obbligo di gestione digitale, dal 13 febbraio 2026 scatterà anche quello di trasmissione al RENTRI dei dati relativi ai FIR per i rifiuti pericolosi.
Questo obbligo ha l’obiettivo di migliorare il monitoraggio e la tracciabilità di queste tipologie di rifiuti, garantendo che le informazioni siano facilmente accessibili e verificabili da parte delle autorità competenti.
Le aziende che gestiscono rifiuti pericolosi dovranno quindi assicurarsi di essere in regola con le nuove normative, implementando sistemi che consentano una trasmissione tempestiva e precisa dei dati richiesti.
Un’ulteriore responsabilità è posta in capo ai destinatari dei rifiuti, nel caso di utilizzo del FIR digitale. Essi dovranno trasmettere il formulario, controfirmato e datato, a tutti i soggetti coinvolti nella movimentazione dei rifiuti.
Questo obbligo aggiuntivo mira a garantire la condivisione e la verifica delle informazioni tra tutti gli attori della filiera. Riducendo così il rischio di errori o omissioni che potrebbero compromettere la corretta gestione dei rifiuti.
Il Decreto Direttoriale n. 251/2023 fornisce le istruzioni dettagliate per la compilazione del FIR, un aspetto fondamentale per evitare sanzioni o problemi amministrativi.
Le aziende sono quindi invitate a consultare attentamente queste istruzioni e a seguire scrupolosamente le indicazioni fornite.
L’obiettivo generale è quello di creare un sistema di gestione dei rifiuti più sicuro, trasparente e in linea con le direttive europee. Contribuendo così alla salvaguardia dell’ambiente e alla lotta contro le attività illegali.
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