La nuova Direttiva Europea 2024/2881 introduce standard più rigorosi per la qualità dell’aria, puntando a un inquinamento zero entro il 2050. Scopriamo le novità, i limiti imposti e i prossimi passi per gli Stati membri.
La nuova Direttiva 2024/2881 sulla qualità dell’aria punta a zero inquinamento per salvaguardare salute ed ecosistemi
La qualità dell’aria rappresenta una delle sfide più pressanti per l’Unione Europea. Con la pubblicazione della nuova Direttiva 2024/2881, l’Europa fissa obiettivi ambiziosi per migliorare l’aria che respiriamo e proteggere la salute umana e l’ambiente.
Questo nuovo quadro normativo, pubblicato il 19 novembre 2024 e in vigore a partire da 20 giorni dopo, sostituisce la precedente Direttiva 2008/50, introducendo aggiornamenti significativi per affrontare le criticità legate all’inquinamento atmosferico.
La Direttiva 2024/2881 si pone come obiettivo principale quello di ridurre progressivamente i livelli di inquinanti atmosferici per raggiungere un inquinamento zero entro il 2050.
Questo traguardo mira a migliorare la salute pubblica, tutelare la biodiversità e garantire un ambiente privo di sostanze tossiche.
Tra i principali cambiamenti, spicca l’allineamento dei nuovi standard di qualità dell’aria alle ultime linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Gli standard aggiornati prevedono limiti più severi per inquinanti chiave come il particolato fine (PM10 e PM2,5), il biossido di azoto e l’anidride solforosa, tutti noti per i gravi effetti sulla salute respiratoria e cardiovascolare.
La nuova normativa si basa sulle più recenti evidenze scientifiche per definire i limiti accettabili degli inquinanti. Ad esempio, nel 2021 il 97% della popolazione urbana dell’UE è stato esposto a livelli di particolato fine superiori alle raccomandazioni OMS.
Questo ha causato centinaia di migliaia di morti premature, con l’esposizione al particolato responsabile di 238.000 decessi solo nel 2020.
La Direttiva richiede che gli Stati membri migliorino i metodi di monitoraggio e garantiscano una comunicazione trasparente dei dati sulla qualità dell’aria.
Inoltre, promuove la cooperazione internazionale per affrontare il problema dell’inquinamento atmosferico, che non conosce confini geografici.
Nuovi strumenti per garantire il rispetto delle norme
La Direttiva 2024/2881 introduce importanti novità per assicurare il rispetto dei nuovi standard. Tra queste:
- Tabelle di marcia per la qualità dell’aria: Gli Stati membri devono elaborare piani dettagliati per raggiungere gli obiettivi entro il 2030.
- Accesso alla giustizia e risarcimenti: I cittadini europei avranno il diritto di chiedere un risarcimento in caso di danni alla salute causati dalla violazione delle norme sulla qualità dell’aria.
Questi strumenti rappresentano un passo avanti nella tutela dei diritti dei cittadini e nella responsabilizzazione delle autorità nazionali.
La Direttiva punta a ridurre drasticamente i livelli di inquinanti atmosferici che affliggono diverse città europee. Tra il 2021 e il 2022, località come Cremona in Italia e Nowy Sacz in Polonia hanno registrato concentrazioni di particolato superiori ai limiti attuali dell’UE.
Con i nuovi standard, queste città dovranno adottare misure più incisive per migliorare la qualità dell’aria. Gli Stati membri avranno due anni per recepire la Direttiva nel diritto nazionale.
Entro il 2030, la Commissione europea riesaminerà i progressi compiuti e, successivamente, aggiornerà gli standard ogni cinque anni, assicurandosi che rimangano in linea con le ultime scoperte scientifiche.
Verso un futuro sostenibile
La Direttiva 2024/2881 si coordina con altri obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, tra cui la promozione della salute (OSS 3), l’energia pulita (OSS 7) e la lotta al cambiamento climatico (OSS 13).
Questo approccio integrato riflette l’impegno dell’UE a costruire un futuro più sostenibile, in cui salute, ambiente ed economia siano strettamente interconnessi.
Sebbene la Direttiva rappresenti un passo significativo verso un’aria più pulita, la sua efficacia dipenderà dall’attuazione da parte degli Stati membri.
In passato, alcune nazioni hanno incontrato difficoltà nel rispettare i limiti imposti, citando problemi economici o infrastrutturali. Con questa nuova normativa, l’UE punta a superare tali ostacoli, fornendo linee guida chiare e incentivando la cooperazione tra i paesi membri.