Materie prime strategiche: l’Europa (UE) punta sull’Italia per un futuro più autonomo e sostenibile

La Commissione europea (UE) ha approvato 47 progetti per le materie prime strategiche al fine di garantire l’approvvigionamento di materiali critici e rafforzare l’autonomia dell’Unione. L’Italia emerge tra i protagonisti, con quattro iniziative nel settore del riciclo.

Vediamo in questo articolo tutti i dettagli. 

Batterie, difesa e transizione verde: le materie prime strategiche tornano protagoniste con investimenti UE 

Il 25 marzo 2025 ha segnato una data chiave per la politica industriale europea. La Commissione europea ha ufficialmente adottato l’elenco definitivo dei progetti strategici nell’ambito delle materie prime essenziali per il futuro dell’Unione. 

In totale, sono stati selezionati 47 progetti distribuiti in 13 Stati membri, con l’obiettivo di rafforzare la resilienza delle catene del valore e ridurre la dipendenza da paesi terzi per l’approvvigionamento di materiali cruciali.

Questi progetti si inseriscono nel quadro del Critical Raw Materials Act, una normativa fondamentale che punta a garantire una quota significativa della domanda interna attraverso attività europee di estrazione, trasformazione e riciclo. 

Gli obiettivi fissati per il 2030 prevedono che almeno il 10% delle materie prime strategiche venga estratto nell’UE, il 40% trasformato all’interno dei confini comunitari e il 25% riciclato.

I 47 progetti selezionati coprono ogni anello della filiera delle materie prime: 25 riguardano l’estrazione, 24 la trasformazione, 10 il riciclo e 2 la sostituzione. 

Tra le 14 materie prime strategiche coinvolte figurano elementi indispensabili per la transizione ecologica e digitale, come litio, nichel, cobalto, manganese e grafite, fondamentali per la produzione di batterie, veicoli elettrici e tecnologie green.

Particolare attenzione è stata dedicata al litio, con ben 22 progetti, seguito da nichel (12), grafite (11), cobalto (10) e manganese (7). 

L’insieme delle iniziative contribuirà in maniera decisiva al raggiungimento dei target europei, soprattutto per quanto riguarda l’estrazione e il trattamento di litio e cobalto, e rafforzerà in modo sostanziale anche la disponibilità di nichel, grafite e manganese.

Oltre ai materiali legati all’energia pulita, sono stati approvati anche progetti riguardanti il magnesio e il tungsteno

In particolare, un progetto sul magnesio e tre sul tungsteno sono ritenuti essenziali per garantire la continuità operativa dell’industria della difesa europea, che utilizza questi materiali in applicazioni strategiche.

L’Italia protagonista nel riciclo

Tra i paesi coinvolti, l’Italia ha ottenuto un riconoscimento rilevante: quattro dei dieci progetti di riciclo selezionati a livello europeo si trovano nel nostro Paese. 

Questo risultato testimonia il potenziale del sistema italiano dell’economia circolare, capace di combinare innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e impatto industriale.

I progetti italiani si concentrano sul recupero di materiali critici da rifiuti elettronici e batterie esauste, offrendo un contributo diretto all’obiettivo europeo del 25% di riciclo entro il 2030. 

Si tratta di un ambito particolarmente strategico, in cui l’Italia ha già sviluppato competenze avanzate e infrastrutture industriali consolidate.

L’inclusione di queste iniziative nella lista dei progetti strategici dell’UE permetterà di accedere più facilmente a finanziamenti pubblici e privati, agevolare l’iter autorizzativo e favorire sinergie internazionali. 

Inoltre, rappresenta un’opportunità concreta per valorizzare il know-how nazionale e promuovere una filiera del riciclo ad alto valore aggiunto.

Ad ogni modo, i progetti selezionati non rispondono solo a logiche di autosufficienza: sono stati valutati anche in base al loro impatto ambientale, alla sostenibilità sociale e alla solidità tecnica. 

Ogni iniziativa doveva dimostrare una chiara coerenza con i principi ESG (Environmental, Social and Governance), oltre a offrire un vantaggio tangibile per più Stati membri.

È proprio questa dimensione transnazionale a rendere il piano europeo particolarmente ambizioso. 

Promuovendo infatti investimenti coordinati, l’UE punta a creare un sistema integrato in grado di supportare la transizione ecologica e digitale dell’intero continente. Riducendo dunque al contempo la vulnerabilità economica legata a forniture esterne concentrate in pochi paesi.

Materie prime, clima e competitività

In un contesto globale sempre più instabile, l’accesso sicuro e sostenibile alle materie prime rappresenta una priorità strategica. 

Dalle batterie per la mobilità elettrica alle turbine eoliche, dai chip per l’elettronica ai sistemi di difesa: ogni settore industriale innovativo dipende da un numero limitato di elementi chimici spesso estratti al di fuori dell’Europa.

Con l’approvazione di questi 47 progetti, l’Unione compie un passo deciso verso una maggiore autonomia. Promuovendo così un modello di sviluppo basato sull’economia circolare, l’innovazione tecnologica e il rispetto degli standard ambientali più elevati.

Il ruolo centrale dell’Italia, in particolare sul fronte del riciclo, mostra come sia possibile coniugare competitività industriale e sostenibilità. Diventando di conseguenza attori chiave in una sfida che riguarda il futuro produttivo, ecologico e geopolitico dell’Europa.

Ingegnere Ambientale