Sfalci e potature: le nuove regole operative per la gestione dei rifiuti verdi

Con una circolare del 3 marzo 2025, il MASE definisce le nuove istruzioni operative per il trattamento dei rifiuti da sfalci e potature, in seguito agli aggiornamenti normativi introdotti con la legge di conversione del DL Ambiente.

Vediamo in questo articolo tutti i dettagli. 

Il MASE chiarisce le modalità di conferimento per i rifiuti derivanti dalla manutenzione del verde: sfalci e potature 

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha recentemente pubblicato la circolare prot. n. 39940 del 3 marzo 2025, contenente nuove indicazioni operative per la gestione dei rifiuti provenienti da sfalci e potature. 

Le linee guida sono state diffuse in risposta alle modifiche legislative apportate dalla Legge n. 191 del 13 dicembre 2024, che ha convertito il Decreto-legge n. 153 del 17 ottobre 2024, noto come “DL Ambiente”.

La nuova normativa ripristina parzialmente la disciplina vigente prima dell’entrata in vigore del Decreto legislativo n. 116/2020. 

Prima di tale intervento, infatti, il Testo Unico Ambientale (D.lgs. 152/2006) non operava una distinzione netta tra i rifiuti derivanti dalla manutenzione del verde pubblico e quelli generati da aree private. 

La loro classificazione, come rifiuti urbani o speciali, dipendeva dai criteri di assimilazione stabiliti autonomamente da Comuni o Enti di Governo d’Ambito, in base a quantità, provenienza e modalità di gestione.

Con l’introduzione del D.lgs. 116/2020 e successivamente del DL Ambiente, tale discrezionalità locale è venuta meno. 

Tuttavia, la recente riforma normativa conferma che i soggetti produttori diversi dai privati cittadini (come imprese di giardinaggio o manutentori del verde) mantengono la possibilità di avviare in autonomia i rifiuti raccolti verso il riciclo o il recupero. 

Senza necessità dunque di passare per il sistema pubblico di raccolta.

Le nuove indicazioni del MASE sui Centri di Raccolta

Una delle questioni più delicate riguarda il conferimento di questi rifiuti presso i Centri di Raccolta (CdR), ovvero gli ecocentri gestiti dai Comuni. 

La circolare del MASE chiarisce che, sebbene i residui di manutenzione del verde privato generati da operatori professionali possano oggi essere considerati rifiuti urbani, ciò non significa automaticamente che possano essere conferiti nei CdR senza restrizioni.

Infatti, secondo quanto previsto dall’art. 198 comma 2 del D.lgs. 152/2006, spetta ai Comuni (o agli Enti di Governo d’Ambito, laddove presenti) disciplinare le modalità di accesso ai CdR, incluse le tipologie di rifiuti accettati e le condizioni per il loro conferimento. 

Questo significa che ogni ente locale può, attraverso appositi regolamenti, stabilire limiti quantitativi, requisiti di registrazione, orari specifici o perfino escludere l’accesso per le utenze non domestiche.

Per i soggetti professionali, come giardinieri e manutentori, diventa quindi essenziale conoscere i regolamenti comunali prima di programmare il conferimento dei rifiuti vegetali nei CdR. 

In mancanza di regole chiare a livello locale, il rischio è quello di incorrere in sanzioni oppure di vedersi negato l’accesso al servizio pubblico.

Di conseguenza, le imprese devono valutare con attenzione le proprie alternative operative. 

Ovvero dalla stipula di contratti con impianti autorizzati per il recupero del verde, all’adozione di sistemi propri di raccolta e trasporto, nel rispetto della normativa ambientale in materia di tracciabilità e gestione dei rifiuti speciali.

Un equilibrio tra semplificazione e controllo

In altre parole, l’intento della nuova normativa è quello di razionalizzare la gestione dei rifiuti verdi, riducendo la burocrazia per le attività professionali, ma senza compromettere il controllo sul corretto smaltimento dei flussi. 

Il recupero di sfalci e potature può infatti rappresentare un’importante risorsa per la produzione di compost o energia da biomassa, ma richiede anche regole chiare per evitare abusi o conferimenti impropri.

In definitiva, le nuove istruzioni del MASE pongono le basi per una gestione più efficiente e tracciabile dei rifiuti vegetali, ma richiedono una stretta collaborazione tra operatori, Comuni e enti gestori per garantire uniformità applicativa sul territorio.