Etichettatura ambientale degli imballaggi: cosa prevede la normativa e cosa devono fare le imprese

Dal 2023 è obbligatoria l’etichettatura ambientale su tutti gli imballaggi immessi al consumo in Italia. Un sistema chiaro e standardizzato aiuta dunque imprese e cittadini a gestire correttamente i rifiuti e promuovere l’economia circolare.

Vediamo in questo articolo tutti i dettagli. 

Obblighi e linee guida: tutto quello che c’è da sapere sull’etichettatura ambientale degli imballaggi dal 1° gennaio 2023

A partire dal 1° gennaio 2023, tutti gli imballaggi destinati al mercato italiano devono essere etichettati secondo criteri ambientali ben precisi. 

L’obbligo nasce dall’attuazione del decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116, pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’11 settembre 2020, che recepisce la direttiva (UE) 2018/851 in materia di rifiuti e la direttiva (UE) 2018/852 sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio.

La normativa è intervenuta direttamente sull’articolo 219 del decreto legislativo 152/2006, inserendo modifiche significative al comma 5, dove si definiscono i criteri informativi per la gestione degli imballaggi a fine vita. 

L’obiettivo è fornire informazioni chiare agli utenti finali per favorire una raccolta differenziata corretta e omogenea su tutto il territorio nazionale.

Il principale intento della legge è standardizzare le informazioni ambientali riportate sugli imballaggi, rendendole accessibili e comprensibili a chi deve smaltirli. 

Questo approccio risponde anche a quanto previsto dalla Direttiva 94/62/CE, che chiede agli Stati membri di adottare misure per facilitare il recupero e il riciclo degli imballaggi.

Per accompagnare le imprese nell’attuazione della normativa, il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato il Decreto Ministeriale n. 360 del 28 settembre 2022. 

Il quale recepisce ufficialmente le Linee Guida sull’etichettatura ambientale elaborate da CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi.

Queste linee guida hanno un carattere operativo: non si limitano a indicare gli obblighi di legge, ma offrono esempi pratici e raccomandazioni per facilitare la conformità, anche in presenza di confezioni complesse o multicomponente.

Chi è coinvolto?

Tutti i soggetti responsabili dell’immissione in commercio di imballaggi, produttori, importatori, distributori, sono tenuti a etichettare ogni tipo di imballaggio (primario, secondario e terziario) con informazioni minime essenziali, tra cui:

  • Identificazione del materiale: è obbligatorio indicare la tipologia di materiale utilizzato, attraverso il codice alfanumerico previsto dalla Decisione 97/129/CE. Questo sistema identifica, ad esempio, il PET con la sigla “1-PET” e il cartone con “20-PAP”.
  • Indicazioni sulla raccolta: devono essere chiaramente riportate diciture come “Raccolta plastica” oppure “Raccolta carta”, eventualmente accompagnate dall’indicazione “Verifica le disposizioni del tuo Comune”. Questo accorgimento è utile a evitare errori dovuti a differenze nei sistemi locali di raccolta.

Nel caso di imballaggi composti da più componenti separabili, ogni parte deve essere etichettata individualmente (ad esempio: vasetto e coperchio). 

Oltre alle informazioni minime, è possibile, senza confondere o mescolare i messaggi, includere ulteriori simboli o diciture ambientali, come:

Queste informazioni accessorie devono però basarsi su norme tecniche riconosciute, i cui riferimenti sono disponibili sui siti della Commissione Europea e dell’UNI (Ente Italiano di Normazione).

Transizione e smaltimento scorte

Per agevolare il passaggio alla nuova normativa, è stato stabilito che i prodotti già immessi sul mercato o etichettati prima del 1° gennaio 2023 possono essere venduti fino a esaurimento scorte. 

Tuttavia, tutte le nuove produzioni devono essere pienamente conformi ai nuovi criteri.

Ricordiamo che l’etichettatura ambientale non è solo un obbligo formale, ma uno strumento educativo e culturale. Aiuta infatti il cittadino a compiere scelte informate e comportamenti corretti, riducendo il rischio di conferimenti errati che ostacolano il riciclo.

Per le imprese, invece, rappresenta un’opportunità per comunicare trasparenza, sostenibilità e attenzione all’ambiente, anche in linea con gli obiettivi ESG e le richieste dei consumatori sempre più attenti.

Per orientarsi nell’applicazione della norma, le aziende possono consultare:

In sintesi, l’obbligo di etichettatura ambientale per gli imballaggi è un passo concreto verso un sistema di gestione dei rifiuti più efficiente, trasparente e partecipato. 

Aziende e cittadini giocano un ruolo cruciale nella buona riuscita di questo processo, che guarda a un futuro più sostenibile.