Concessionari di auto e rifiuti pericolosi: obblighi, registri e novità normative

I concessionari di auto sono produttori di rifiuti pericolosi e devono rispettare precise regole per la gestione e la registrazione dei veicoli fuori uso. Inoltre, dal 7 giugno 2024 è arrivato anche il Registro unico telematico.

Vediamo in questo articolo tutti i dettagli. 

Dal codice EER 160104* all’obbligo del registro: cosa devono sapere i concessionari di auto in merito ai rifiuti pericolosi 

Secondo la normativa vigente, i concessionari di automobili e mezzi di trasporto sono considerati a tutti gli effetti produttori di rifiuti. 

In particolare, rientrano tra i soggetti che generano rifiuti speciali pericolosi, come i veicoli fuori uso, classificati con il codice EER 160104*. Questo codice identifica un rifiuto pericoloso e impone quindi obblighi stringenti in termini di gestione e tracciabilità.

Uno degli adempimenti principali per i concessionari riguarda la tenuta del registro di carico e scarico, un documento fondamentale per garantire la corretta gestione dei rifiuti speciali pericolosi derivanti dal deposito temporaneo. 

L’obbligo è stabilito dall’art. 5, comma 1-bis, del Decreto Legislativo 24 giugno 2003, n. 209, e dall’art. 231 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, che disciplinano in maniera puntuale le modalità di compilazione e aggiornamento.

La compilazione del registro deve essere effettuata sia in fase di carico, cioè al momento della produzione del rifiuto, sia in fase di scarico, ovvero quando il rifiuto viene avviato a recupero o smaltimento. 

In entrambi i casi, le registrazioni devono essere effettuate entro dieci giorni lavorativi dalla produzione o dallo smaltimento del rifiuto, come stabilito dalla normativa.

Ogni operazione di carico deve contenere i seguenti dati:

Inoltre, se il veicolo fuori uso risulta privo di alcune parti o componenti, questa informazione deve essere segnalata nel campo 42 del registro, dedicato alle annotazioni.

Il nuovo Registro Unico Telematico (RVFU): cosa è cambiato dal 7 giugno 2024

Una novità significativa è entrata in vigore il 7 giugno 2024: da questa data è obbligatorio l’utilizzo del Registro Unico Telematico dei Veicoli Fuori Uso (RVFU). 

Istituito presso il CED della Direzione Generale per la Motorizzazione, questo strumento rappresenta un importante passo verso la digitalizzazione della tracciabilità dei rifiuti pericolosi nel settore automotive.

Il RVFU sostituisce progressivamente i registri cartacei, semplificando le procedure burocratiche e migliorando il controllo da parte delle autorità competenti. 

Ricordiamo inoltre che il Decreto Legislativo 152/2006, noto come “Testo Unico Ambientale”, fornisce l’impianto normativo generale per la gestione dei rifiuti in Italia. 

L’articolo 184 del codice distingue i rifiuti secondo l’origine (urbani o speciali) e secondo la pericolosità (pericolosi o non pericolosi). I veicoli fuori uso generati dai concessionari rientrano nei rifiuti speciali pericolosi, e devono essere trattati con particolare attenzione.

Il rispetto delle disposizioni contenute nel D.Lgs. 152/2006, così come in quelle specifiche del D.Lgs. 209/2003, non è solo un dovere giuridico, ma anche un passo fondamentale per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica.

Un obbligo che diventa opportunità

In altre parole, per i concessionari, la corretta gestione dei veicoli fuori uso non è soltanto un obbligo normativo, ma anche un’opportunità per contribuire attivamente all’economia circolare e alla sostenibilità ambientale. 

L’introduzione del Registro telematico RVFU rappresenta un’evoluzione tecnologica che, se ben gestita, semplifica i processi e garantire maggiore trasparenza.

Adattarsi alle nuove disposizioni richiede attenzione e aggiornamento, ma i benefici in termini di efficienza e conformità saranno significativi.

Essere in regola con la normativa significa evitare sanzioni, migliorare la reputazione aziendale e partecipare concretamente alla costruzione di un sistema di gestione dei rifiuti più moderno e responsabile.

Ingegnere Ambientale