Geolocalizzazione dei rifiuti pericolosi sul RENTRI: nuove regole per la tracciabilità ambientale

Novità dal portale RENTRI: un decreto stabilisce i criteri tecnici per i sistemi di geolocalizzazione nei trasporti di rifiuti speciali pericolosi. Le imprese dovranno adeguarsi entro fine 2025 e garantire la tracciabilità completa tramite portale AGEST.

Vediamo in questo articolo tutti i dettagli. 

Definiti i requisiti tecnici dei sistemi di localizzazione e le modalità di trasmissione dei dati al RENTRI

Con l’emanazione del decreto direttoriale n. 253 del 12 dicembre 2024, il Ministero dell’Ambiente ha introdotto le specifiche tecniche che i sistemi di geolocalizzazione dovranno rispettare per garantire la tracciabilità dei rifiuti speciali pericolosi. 

Ciò come previsto dall’articolo 16 del Decreto Ministeriale 59/2023. Si tratta di un passaggio cruciale nell’ambito della digitalizzazione dei processi ambientali, volto a rafforzare i controlli lungo la filiera del trasporto rifiuti e a prevenire dispersioni illecite sul territorio.

Il nuovo provvedimento impone alle imprese iscritte alla categoria 5 dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali, ovvero quelle autorizzate al trasporto di rifiuti speciali pericolosi, di adeguare il proprio parco mezzi entro il 31 dicembre 2025. 

Nello specifico, ogni veicolo utilizzato per il trasporto dovrà essere equipaggiato con un sistema di geolocalizzazione conforme ai requisiti indicati dal decreto. 

L’adempimento dovrà essere attestato tramite un’autodichiarazione da inserire nel portale AGEST, completa di dati identificativi come targa e numero di telaio.

Tutti i soggetti tenuti a iscriversi al Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti (RENTRI) e che si occupano del trasporto di rifiuti speciali pericolosi, dovranno uniformarsi alle nuove disposizioni. 

L’obiettivo è garantire che il tragitto compiuto dai veicoli, dal punto di carico fino alla destinazione finale, sia interamente tracciato e documentabile.

Il decreto definisce con precisione le caratteristiche funzionali che devono possedere i dispositivi di geolocalizzazione. In particolare:

Visualizzazione e gestione dei dati

Gli operatori del settore dovranno mettere a disposizione strumenti informatici in grado di visualizzare i percorsi registrati. La possibilità di accedere ai tracciati in modo chiaro e tempestivo rappresenta una garanzia sia per l’azienda sia per gli enti preposti al controllo.

In un secondo momento, con un ulteriore decreto, verranno specificate le modalità di gestione, trasmissione e archiviazione di tali dati. 

Particolare attenzione sarà posta sull’integrazione tra i percorsi e il Formulario di Identificazione del Rifiuto (FIR), affinché sia sempre possibile risalire all’intero ciclo di movimentazione del materiale.

La data chiave per l’entrata in vigore del sistema è il 13 febbraio 2027: da quel giorno, tutte le informazioni relative ai percorsi effettuati dai mezzi dovranno essere accessibili secondo le modalità previste.

Fino ad allora, le imprese avranno il tempo necessario per adeguare i propri strumenti tecnologici, aggiornare i sistemi gestionali e formare il personale.

Verso una filiera più trasparente

Ricordiamo che l’introduzione di questi obblighi si inserisce in un più ampio processo di digitalizzazione e trasparenza nel settore dei rifiuti. 

La tracciabilità tramite geolocalizzazione rappresenta uno strumento efficace per contrastare pratiche illecite, come l’abbandono o lo smaltimento non autorizzato di materiali pericolosi. 

Inoltre, è uno strumento utile per garantire un controllo più stringente da parte delle autorità competenti.

Le aziende coinvolte dovranno affrontare un importante adeguamento tecnologico, ma potranno allo stesso tempo beneficiare di un maggiore controllo sui propri mezzi, di una semplificazione delle verifiche e di un rafforzamento della propria responsabilità ambientale.

In altre parole, il decreto del 12 dicembre 2024 segna un punto di svolta nel monitoraggio dei rifiuti speciali pericolosi.

Il rispetto delle nuove direttive non sarà solo un adempimento normativo, ma anche un’opportunità per migliorare l’efficienza e la trasparenza dell’intera filiera del trasporto. 

Con l’avvicinarsi della scadenza del 2025, è essenziale che tutte le imprese coinvolte inizino sin da ora a pianificare l’adeguamento ai nuovi requisiti.

Ingegnere Ambientale