Nuovo Decreto Legislativo sui rifiuti inerti: la fine della qualifica di rifiuto e l’inizio del recupero

Il nuovo Decreto del Ministero dell’Ambiente, pubblicato l’11 settembre 2024, introduce regole innovative per il recupero dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione, incentivando il riciclo e la cessazione della qualifica di rifiuto.

Vediamo in questo articolo tutti i dettagli in merito. 

Un passo avanti nella gestione dei rifiuti inerti: il nuovo Decreto n. 127 del 2024

Il Decreto 28 giugno 2024, n. 127, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l’11 settembre 2024, rappresenta un importante passo avanti per la gestione sostenibile dei rifiuti inerti derivanti da attività di costruzione, demolizione e altre fonti minerali. 

Il regolamento, che entrerà in vigore il 26 settembre 2024, sostituirà il precedente D.M. 27 settembre 2022, n. 152. 

Nello specifico con l’obiettivo di migliorare i processi di recupero e riciclo di questi materiali, riducendo l’impatto ambientale e promuovendo l’economia circolare.

Il decreto stabilisce che i rifiuti inerti, se sottoposti a specifici trattamenti di recupero, possono cessare di essere considerati rifiuti e trasformarsi in aggregati recuperati

Questo processo è regolato dall’articolo 184-ter del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, che detta i criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto. 

In particolare, il nuovo regolamento evidenzia l’importanza della demolizione selettiva, incoraggiando l’uso di tecniche che permettano la separazione e il recupero dei materiali inerti in modo più efficiente.

Criteri e specifiche tecniche 

Uno degli aspetti centrali del nuovo decreto è la definizione dei criteri per la produzione di aggregati recuperati, stabiliti nell’Allegato 1 del regolamento. Tali aggregati devono rispettare precise specifiche tecniche per garantire che siano sicuri e adatti agli usi previsti. 

Gli usi ammessi per gli aggregati recuperati sono elencati nell’Allegato 2, e includono applicazioni in campo edilizio e infrastrutturale, come la costruzione di strade e altri progetti di ingegneria civile.

La responsabilità di assicurare che i rifiuti inerti cessino correttamente di essere qualificati come tali spetta ai produttori dei rifiuti. 

Questi devono garantire che i materiali siano trattati in conformità con le norme, attribuendo i codici dei rifiuti corretti e valutando accuratamente le caratteristiche di pericolo. 

Inoltre, il produttore è obbligato a compilare e conservare il formulario di identificazione del rifiuto (FIR), così come a redigere una dichiarazione di conformità che attesti il rispetto dei criteri stabiliti per il recupero.

Un ulteriore aspetto innovativo del regolamento riguarda l’obbligo, per i produttori di aggregati recuperati, di implementare un sistema di gestione che dimostri la conformità ai criteri di cessazione della qualifica di rifiuto. 

Questo sistema deve includere il controllo di qualità e un automonitoraggio costante, garantendo che ogni fase del processo di recupero rispetti le normative vigenti.

Il decreto prevede anche un periodo di adeguamento per i produttori di aggregati recuperati. 

Entro 180 giorni dall’entrata in vigore del regolamento, questi devono presentare un aggiornamento delle comunicazioni già effettuate ai sensi dell’articolo 216 del decreto legislativo n. 152 del 2006. 

In caso contrario, devono richiedere un aggiornamento delle autorizzazioni già in loro possesso. 

Questo garantirà che tutte le operazioni di recupero siano pienamente conformi alle nuove disposizioni e che il passaggio dalla qualifica di rifiuto a quella di aggregato recuperato avvenga in modo trasparente e controllato.

Scopi e obiettivi a lungo termine del nuovo Decreto

Il decreto prevede, inoltre, una fase di monitoraggio. Entro 24 mesi dalla sua entrata in vigore, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica raccoglierà dati sull’attuazione delle disposizioni contenute nel regolamento. 

Sulla base di queste informazioni, il Ministero valuterà se sia necessario rivedere i criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto, per garantire che siano sempre allineati con le migliori pratiche di sostenibilità e tutela ambientale.

In sintesi, il Decreto n. 127 del 2024 rappresenta una significativa evoluzione nella gestione dei rifiuti inerti in Italia. 

Promuovendo il riciclo e il riutilizzo di materiali provenienti da costruzione e demolizione, il regolamento contribuisce alla riduzione del consumo di risorse naturali e alla diminuzione dei rifiuti inviati in discarica. 

Attraverso una maggiore responsabilizzazione dei produttori e un controllo più rigoroso dei processi di recupero, si favorisce un’economia più circolare e sostenibile.

Ingegnere Ambientale