Nonostante la conversione in legge del D.L. Milleproroghe, il rinvio dei termini per l’adesione al RENTRI non è ancora effettivo. Il settore resta dunque in attesa del decreto ministeriale previsto entro fine marzo. Vediamo in questo articolo tutti i dettagli.
RENTRI e il D.L. Milleproroghe: in attesa del decreto, possibile proroga al 14 aprile
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge n. 15 del 21 febbraio 2025, che ha convertito il decreto Milleproroghe (D.L. n. 202 del 27 dicembre 2024), si aprono nuovi scenari per il Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti (RENTRI).
Tuttavia, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’eventuale proroga del termine di iscrizione al sistema non è automatica: serve un ulteriore passaggio normativo per renderla effettiva.
Il testo convertito in legge introduce infatti una possibile estensione del termine di 60 giorni, previsto originariamente dal Decreto Ministeriale 4 aprile 2023, n. 59, portandolo a 120 giorni.
Questo potrebbe tradursi in uno slittamento della scadenza per le iscrizioni da parte dei soggetti obbligati, dal 13 febbraio al 14 aprile 2025.
Tuttavia, tale proroga diventerà operativa solo dopo l’adozione di un nuovo decreto da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che ha tempo fino al 27 marzo per pubblicarlo.
Nel frattempo, il RENTRI resta pienamente attivo. Gli obblighi di iscrizione e di utilizzo dei nuovi modelli di registri di carico e scarico e dei formulari di identificazione dei rifiuti (FIR) non subiscono alcuna modifica.
Tutti gli operatori tenuti a registrarsi – tra cui imprese con oltre 50 dipendenti, trasportatori e impianti di gestione dei rifiuti – devono quindi continuare ad adempiere agli obblighi già in vigore dal 13 febbraio.
Il rischio concreto è che, qualora il nuovo decreto venga effettivamente emanato e stabilisca il rinvio della scadenza, gli operatori si trovino nella difficile posizione di dover sospendere per pochi giorni l’uso delle nuove modalità operative.
In quel caso, si renderebbe necessario un ritorno temporaneo – seppur breve – ai vecchi modelli cartacei di registri e FIR, introdotti nel 1998, solo per poi passare di nuovo al sistema digitale dal 15 aprile.
RENTRI tra incertezze e attese: il rischio di sanzioni
Lo scenario di cui sopra genera non poche perplessità e confusione tra gli addetti ai lavori. In assenza di certezze, molti operatori preferiscono proseguire con l’attuale sistema per evitare rischi.
Infatti, chi non è ancora iscritto al portale RENTRI rischia sanzioni previste dall’art. 258, commi 10 e 11, del D.Lgs. 152/2006.
La situazione è dunque sospesa tra una norma approvata e un decreto atteso. La legge Milleproroghe ha aperto la strada a una possibile proroga, ma ha lasciato l’ultima parola al Ministero.
Solo con l’effettiva pubblicazione del nuovo decreto ministeriale sarà possibile sapere se il termine del 13 febbraio verrà posticipato fino al 14 aprile.
Nel frattempo, il consiglio per gli operatori è di attenersi scrupolosamente alle regole attuali: mantenere l’iscrizione al portale, utilizzare i nuovi modelli e documenti, e restare aggiornati sulle novità normative.
La prudenza è fondamentale, soprattutto in un contesto in cui il mancato rispetto delle scadenze può comportare multe salate e problematiche operative.
È importante anche sottolineare come questa incertezza normativa crei non pochi disagi alle aziende, soprattutto a quelle di piccole e medie dimensioni, che spesso non dispongono di uffici legali o consulenti dedicati.
Un chiarimento ufficiale e tempestivo da parte del Ministero è quanto mai urgente, sia per garantire la piena operatività del sistema di tracciabilità, sia per tutelare gli operatori economici da una normativa ambigua e in continua evoluzione.
In conclusione, la proroga al 14 aprile è per ora solo una possibilità. RENTRI continua a valere a tutti gli effetti, e solo un nuovo intervento ministeriale potrà modificare concretamente lo scenario.
Fino ad allora, regole invariate e occhi puntati sul Ministero dell’Ambiente.