Con una superficie estesa e una rete complessa di raccolta, Roma affronta la sfida della gestione dei rifiuti attraverso biodigestori e impianti di trattamento. Vediamo in questo articolo come vengono smaltiti e valorizzati i rifiuti della capitale.
La gestione dei rifiuti a Roma: una sfida complessa e in evoluzione
La gestione dei rifiuti a Roma si distingue per la sua complessità, legata principalmente all’estensione della città, che copre un’area di 1285 km², in netto contrasto, per esempio, con i 181 km² di Milano o i 105 km² di Parigi.
Questa ampia estensione urbana influisce sulla logistica, creando sfide particolari nella gestione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti nella capitale.
Attualmente, Roma si trova in una fase di transizione e sta lavorando per dotarsi di un sistema di impianti moderni per migliorare l’efficienza del ciclo dei rifiuti.
Tra i progetti previsti, ci sono due impianti di digestione anaerobica, o biodigestori, per trattare i rifiuti organici e due impianti dedicati alla valorizzazione di carta e plastica.
Fino a quando questi nuovi impianti non saranno operativi, la città continuerà ad affidarsi a diversi centri di smaltimento, situati nel Lazio, nel nord Italia e persino all’estero.
Il percorso dei rifiuti a Roma: dal riciclo al trattamento finale
Nel 2023, Roma ha prodotto un totale di 1.595.940 tonnellate di rifiuti, un quantitativo equivalente a quello prodotto da Milano, Napoli e Firenze messi insieme.
Di questa cifra, 851.001 tonnellate sono costituite da rifiuti indifferenziati, mentre 744.938 tonnellate sono rifiuti differenziati, con una percentuale di raccolta differenziata del 47% – al di sotto della media nazionale che si attesta intorno al 65%.
Nel ciclo della raccolta differenziata, il 34% è composto da rifiuti organici, il 33% da carta e cartone, il 10% da vetro, il 9% da plastica e metalli e il restante 14% include legno, rifiuti inerti e residui da spazzamento stradale.
Ogni categoria di rifiuto differenziato segue un percorso specifico di raccolta e riciclo, garantendo che le risorse vengano recuperate e riutilizzate il più possibile.
I rifiuti indifferenziati, invece, seguono un diverso percorso di smaltimento: il 61,47% viene inviato direttamente ai TMB (Trattamenti Meccanico Biologici) e il 38,53% agli impianti di trasferenza, dai quali ripartono per altri TMB o per termovalorizzatori.
Il trattamento meccanico biologico è essenziale per ridurre il volume degli scarti, separando tre componenti principali.
Ovvero il l CSS, un combustibile alternativo utilizzato nei cementifici; il FOS, una frazione organica stabilizzata impiegata come copertura nelle discariche; e i residui finali.
I termovalorizzatori trasformano i rifiuti in energia tramite l’incenerimento, sfruttando il calore generato per produrre energia elettrica e riducendo così la quantità di rifiuti destinati alle discariche.
Infine, i rifiuti non trattabili finiscono in impianti di smaltimento specifici, spesso dotati di codici univoci, come il 19.12.12, che identifica i materiali che non possono essere ulteriormente lavorati.
Le problematiche della gestione attuale
Negli ultimi anni, la gestione dei rifiuti a Roma è andata incontro a numerose criticità. Le principali sfide riscontrate sono state la mancanza di mezzi, la chiusura della discarica di Malagrotta e la dipendenza da impianti esterni.
I mezzi utilizzati per il trasporto dei rifiuti sono stati una problematica significativa. Non solo è fondamentale disporre di un numero adeguato di veicoli, ma è altrettanto cruciale garantire una manutenzione regolare per evitare guasti e garantire la continuità del servizio.
La disponibilità dei mezzi è aumentata nella seconda metà del 2023, consentendo una maggiore efficienza nella raccolta dei rifiuti. Questo miglioramento ha avuto un impatto positivo sulla qualità del servizio e ha ridotto l’accumulo di rifiuti nelle strade cittadine.
Per anni, Roma ha conferito una parte significativa dei propri rifiuti nella discarica di Malagrotta, chiusa nel 2013 a seguito di problemi di sicurezza e di una serie di scandali.
Questa chiusura ha costretto la città a trovare soluzioni alternative, aumentando la dipendenza da impianti TMB e termovalorizzatori.
Tuttavia, con la costruzione di nuovi impianti locali, l’obiettivo di Roma è quello di ridurre questa dipendenza e gestire il ciclo dei rifiuti in modo più autonomo.
La maggior parte degli impianti di smaltimento utilizzati attualmente non è di proprietà del Comune di Roma, ma appartiene ad aziende private, con costi che ricadono sui cittadini.
Per ovviare a questo problema, è prevista la costruzione di un nuovo termovalorizzatore e di altri impianti gestiti direttamente da AMA, la municipalizzata della Capitale. L’obiettivo è garantire l’autosufficienza nel ciclo dei rifiuti e ridurre i costi operativi.
Il futuro della gestione dei rifiuti nella capitale: verso l’autosufficienza
Un ulteriore problema che ha influenzato negativamente la gestione dei rifiuti è stata la carenza di personale, una situazione che sembra essere migliorata di recente grazie all’assunzione di circa 1000 nuove risorse.
Questo incremento ha portato il numero totale di operatori a 6561, contribuendo a migliorare l’efficienza del servizio e facilitando il ricambio generazionale tra i dipendenti AMA.
Per risolvere definitivamente la questione rifiuti, Roma sta pianificando nuovi investimenti e impianti, con l’obiettivo di diventare più autonoma e autosufficiente.
La costruzione di impianti di proprietà del Comune permetterà alla città di ridurre la dipendenza da strutture esterne, risparmiando sui costi e assicurando maggiore controllo sulla gestione complessiva.
Inoltre, l’introduzione di biodigestori per i rifiuti organici e impianti per la valorizzazione di carta e plastica contribuiranno a ottimizzare la raccolta differenziata e a incrementare il tasso di riciclo.
Il termovalorizzatore previsto per la periferia cittadina rappresenta una parte fondamentale del piano di gestione dei rifiuti di Roma.
La struttura non solo ridurrà il volume dei rifiuti in discarica, ma permetterà anche di generare energia, rendendo il sistema più sostenibile e trasformando un problema in una risorsa.