Prevenzione dello sversamento di reflui pericolosi: guida al dimensionamento delle vasche

Come stabilito dal D.lgs. 2000 n. 258 sulla tutela delle acque, il dimensionamento delle vasche è essenziale per prevenire lo sversamento di reflui pericolosi. Ma cosa significa e quali sono le esenzioni in merito?

Vediamo in questo articolo tutti i dettagli e qualche esempio pratico. 

Progettazione vasche per la prevenzione dello sversamento di reflui pericolosi

Le vasche di contenimento sono dispositivi fondamentali per salvaguardare l’ambiente, evitando la contaminazione del suolo in caso di sversamenti accidentali di sostanze pericolose. 

Esse devono essere costruite con materiali che garantiscano un’adeguata tenuta, impedendo la fuoriuscita dei reflui e proteggendo il terreno. 

Queste vasche sono principalmente impiegate per tutelare le falde acquifere e prevenire il contatto delle persone con sostanze pericolose nelle aree produttive.

Come anticipato, le vasche di contenimento devono conformarsi alle normative legali vigenti, che prevedono dettagliati obblighi. Il riferimento normativo principale è il D.Lgs. 19 maggio 1999 n. 152, modificato dal D.Lgs. 2000 n. 258.

Secondo questo Decreto Legislativo, le vasche per liquidi pericolosi devono avere una capacità minima pari al più grande dei contenitori stoccati e non inferiore a 1/3 del volume totale stoccato. 

Inoltre, se lo stoccaggio si trova in una zona di tutela della falda idrica, la vasca deve poter contenere l’intero volume stoccato (100%).

È importante notare che queste regole non si applicano agli oli esausti. In questo caso, la normativa richiede che la vasca abbia una capacità pari al totale dell’olio stoccato, come previsto dal D.Lgs. 27 gennaio 1992 n. 95

Pertanto, per garantire la conformità legale, è necessario considerare due fattori: il volume del contenitore più grande e il 33% del volume totale stoccato.

Ricordiamo che il mancato rispetto delle normative comporta sanzioni sia penali che amministrative, le quali approfondiremo più avanti. 

Esempi di calcolo per il dimensionamento delle vasche di contenimento

In base a quanto riportato sopra, vediamo qualche esempio pratico di alcuni calcoli utili al fine di rispettare le normative vigenti in materia di dimensionamento delle vasche di contenimento. 

Nel primo esempio, se si ha: 

  • Totale sostanze stoccate: 600 litri
  • Un terzo del totale: 600/3 = 200 litri 
  • Capacità del contenitore più grande stoccato: 300 litri

Dunque, poiché 300 litri è maggiore di 200 litri, la vasca dovrà avere una capacità minima di 300 litri.

Nel secondo esempio, invece, se si ha: 

  • Totale sostanze stoccate: 300 litri
  • Un terzo del totale: 300/3 = 100 litri 
  • Capacità del contenitore più grande stoccato: 20 litri

Dunque, poiché 20 litri è minore di 100 litri, la vasca dovrà avere una capacità minima di 100 litri.

In linea generale si può definire:

  • A= totale delle sostanze stoccate
  • B= capacità del contenitore più grande

Dunque, le regole per il dimensionamento della vasca sono:

  1. Se B> A/3, la vasca dovrà contenere almeno B. 
  2. Se B< A/3,  la vasca dovrà contenere almeno A/3. 

Sanzioni per il superamento dei valori limite negli scarichi

Prima di vedere alcuni esempi in merito alle sanzioni, è cruciale distinguere tra scarichi e rifiuti liquidi in caso di sversamento di reflui. 

La normativa italiana definisce lo scarico come qualsiasi immissione effettuata tramite un sistema stabile di collettamento, che collega in modo continuo il ciclo di produzione del refluo con il corpo ricettore delle acque superficiali, del suolo, del sottosuolo o della rete fognaria. 

In sostanza, uno scarico si caratterizza per un sistema di convogliamento stabile e un deflusso continuo.

Quando si verifica uno sversamento, è fondamentale accertare se l’operazione sia autorizzata. In assenza di autorizzazione, sono previste sanzioni amministrative pecuniarie da €300 a €3000.

Inoltre, chiunque, salvo che il fatto costituisca reato, superi i valori limite di emissione stabiliti dalle regioni o dall’autorità competente, è soggetto a una sanzione amministrativa da €2.500 a €25.000.

Se l’inosservanza dei valori limite riguarda scarichi in aree di salvaguardia delle risorse idriche destinate al consumo umano o in aree protette, la sanzione non è inferiore a €15.000. 

Ancora, chiunque effettui o mantenga uno scarico senza rispettare le prescrizioni indicate nell’autorizzazione o stabilite ai sensi dell’articolo 33, comma 1, è punito con una sanzione amministrativa pecuniaria da €1.000 a €12.000. 

La stessa sanzione si applica a chi, al momento dell’entrata in vigore del decreto, non ottempera alle disposizioni relative agli scarichi di acque reflue esistenti.

Chi invece effettua uno scarico di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose, elencate nelle apposite tabelle, senza rispettare le prescrizioni dell’autorizzazione o le altre disposizioni dell’autorità competente, è punito con l’arresto fino a due anni.

Per concludere, tutti i lettori e gli utenti sono invitati, in caso di necessità, a inviare un’email a info@wastezero.it  con l’oggetto “Richiesta tabella Excel per il calcolo” per avere la suddetta inoltrata gratuitamente. 

La tabella, con la sola conoscenza del volume totale e di quello del contenitore più grande, determinerà automaticamente il caso specifico e la capacità minima richiesta.

Ingegnere Ambientale